TaxMan
Il presente e il futuro del lavoro

Pubblicato da TaxMan il 8 Febbraio 2024

PARTITA IVA O LAVORO OCCASIONALE?

In questo post vi spiegheremo quando è necessario aprire una partita IVA, se davvero esiste il famoso limite dei 5.000 euro annui e quando anche con partita IVA è possibile svolgere prestazioni occasionali.

Solitamente prima di procedere all’apertura della partita IVA, si valuta l’opportunità della prestazione occasionale, ossia la ritenuta d’acconto. Tale formula consente a chi ha introiti minimi (inferiori ai 5.000 euro annui) di avere una gestione fiscale molto semplificata e di non presentare la dichiarazione dei redditi (fino a 4.800 euro annui).

Definizione di prestazione occasionale?

Il lavoro occasionale è un tipo di lavoro autonomo con carattere non continuo ma episodico. Esistono due limiti fondamentali per rientrare nel lavoro occasionale:

  • 30 giorni di lavoro nel corso dell’intero anno solare;
  • 5.000 euro per i compensi, considerando la totalità dei committenti.

In questi casi : NON E’ NECESSARIA L’ISCRIZIONE ALL’INPS.

La ritenuta d’acconto

Nella ricevuta che rilascia il lavoratore occasionale al committente è indicato sempre compenso e la ritenuta d’acconto del 20%. Il committente pagherà quindi l’importo pattuito al netto della ritenuta, che verserà a titolo di acconto delle imposte per conto del prestatore. L’anno successivo il committente dovrà fornire al prestatore la certificazione dei compensi con il riepilogo delle ritenute versate.Chi opera attraverso la prestazione occasionale non è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi se non supera i 4.800 euro.

E se supero i limiti cosa succede?

Bisogna sempre monitorare i limiti previsti, innanzitutto quello dei 30 giorno. In secondo luogo quello dei 5.000 euro annui.Se nel corso dell’anno solare tu dovessi superare detto limite, ecco cosa accadrebbe:

  • saresti obbligato ad iscriverti all’INPS Gestione Separata; dovrai quindi versare i contributi sul reddito percepito, ma soltanto per la quota eccedente i 5.000 euro (se ad esempio hai un reddito di 8.500 euro, verserai i contributi su 3.500 euro);
  • dovresti valutare l’opportunità di aprire la partita IVA; considerando che saresti obbligato a versare i contributi, a quel punto diventerebbe conveniente accedere al nuovo regime forfettario che comporta un’imposizione a forfait del 5%, contro il 20% di ritenuta.

Il limite dei 5.000 euro

Innanzitutto va chiarito che non è vero che fino a 5.000 euro non è mai necessario aprire la partita IVA. Se l’attività viene svolta in maniera continuativa e non occasionale, è sempre in teoria necessario aprire la partita IVA, anche per importi inferiori. E’ necessario aprire la partita IVA anche per svolgere quelle professioni per le quali è prevista l’iscrizione all’albo (ad es. architetto, ingegnere, etc). l limite dei 5 mila è la soglia oltre la quale è necessario iscriversi alla gestione separata INPS anche se si sta svolgendo un lavoro occasionale.

Prestazioni occasionali con partita IVA già aperta.

Nel caso in cui invece siate già in possesso della partita IVA e vogliate svolgere attività occasionali, è necessario che tali attività occasionali non rientrino nell’ambito professionale di quelle esercitate con partita IVA.

Attenzione però: se sei nel regime forfettario e svolgi attività “occasionali” in un ambito di attività differente da quello della partita IVA, dovrai quindi assoggettare ad Irpef i redditi derivanti da tali prestazioni occasionali.  In questo caso dovrai acquistare su TaxMan il pacchetto Premium. Su queste spese avrai diritto alle detrazioni (ad es. le spese mediche) che non sono invece previste nel regime forfettario.

#forfettario#lavoro#limiti#occasionale#partita iva#partita iva e lavoro occasionale#ritenuta d'acconto